Oggi giorno, il tumore al seno è la neoplasia più frequentemente diagnosticata nelle donne il cui rischio aumenta con l’avanzare dell’età. Per questo, la prevenzione e la diagnosi precoce rivestono un ruolo di fondamentale importanza.
Un modo per individuare eventuali anomalie e agire tempestivamente è lo screening mammografico che riduce il rischio di morte per tumore al seno del 56%.
Questo tipo di esame è consigliato per tutte le donne dopo i 40 anni.
Lo screening mammografico viene eseguito con il mammografo, un particolare strumento radiologico che proietta un fascio di raggi X sulla mammella che viene posizionata su un apposito sostegno e compressa tra due piastre plastificate per permetterne una valutazione morfologica e strutturale. Non è doloroso e richiede pochi minuti.
Bisogna sottolineare però che non tutti i seni sono uguali e che nel caso di una marcata densità mammaria è fortemente consigliato sottoporsi ad uno screening personalizzato che tenga conto del rischio individuale di ciascuna donna.
Lo screening personalizzato
Lo screening personalizzato è basato sul fatto che le donne non sono tutte uguali. Questo tipo di approccio considera la diversità di ogni donna di sviluppare il tumore al seno che può dipendere tanto dall’età quanto dalla storia familiare, dalla densità mammografica, dallo stile di vita e alimentare, da fattori genetici.
Lo screening personalizzato mira ad indentificare i segnali di allarme consentendo una diagnosi precoce e cure mirate.
La differenza tra seno normale e seno denso
Il concetto di densità mammografica è uno dei fattori cruciali da considerare quando bisogna sottoporsi ad una mammografia. Si tratta di un parametro radiologico che mette in evidenza la proporzione variabile tra tessuto adiposo e tessuto ghiandolare che caratterizza la struttura del seno.
Per un seno normale la mammografia rimane l’esame di screening raccomandato che utilizza raggi X a bassa dose di radiazioni per produrre immagini dettagliate del tessuto mammario rilevando eventuali anomalie che potrebbero essere segnali di un tumore al seno.
Per il seno denso, invece, diverse sono le considerazioni da fare.
La densità mammaria rappresenta un limite alla capacità della normale mammografia di evidenziare eventuali anomalie a causa della perdita di sensibilità legata alla sovrapposizione in immagine di diversi spessori opachi della mammella.
Il seno denso, infatti, è costituito principalmente da tessuto ghiandolare con una scarsa quota di adipe, ed è un fattore di rischio indipendente e non modificabile per il tumore al seno. Per questo, la sua composizione nella mammografia tradizionale può mascherare il cancro e farla risultare, quindi, meno efficace.
Su questa base, dunque, si rende necessario sottoporsi all’innovativa mammografia 3D con tomosintesi che consente un’analisi più approfondita delle mammelle, elimina gli artefatti da sovrapposizione, incrementa la risoluzione spaziale e riduce il numero dei falsi negativi e positivi offrendo una diagnosi più accurata.
Ad oggi, lo screening personalizzato rappresenta un approccio fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno e la differenza tra seno normale e denso evidenzia l’importanza di un’analisi approfondita delle caratteristiche individuali per garantire l’efficacia degli esami.
Ma quali sono i segnali di un’anomalia al seno?
Il tumore del seno può manifestarsi attraverso dei campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Tra questi segnali ci sono: la presenza di un nodulo, il rientro del capezzolo o della pelle, un rossore intorno ad esso, la tumefazione ascellare o le secrezioni ematiche del capezzolo.
Il tumore del seno potrebbe anche non manifestarsi con sintomi iniziali e non essere percepibile con l’autopalpazione ma quest’ultima resta essenziale per iniziare a capire autonomamente se ci sono anomalie sebbene non sostituisca lo screening mammografico. L’importante è rivolgersi subito ad uno specialista in casi sospetti.
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SIRP, prevenzione e diagnostica.