Ecografia automatica volumetrica ABUS

Nel campo dell’imaging senologico i sistemi tradizionali di Computer Aided Detection (CAD) sono stati progettati in passato utilizzando limitate risorse computazionali e immagini di bassa qualità risultando meno robuste nei processi applicativi. Oggi con gli sviluppi tecnologici è possibile processare immagini 3D di alta qualità; infatti, con la tecnica ABUS (Automated Breast Ultrasound) è possibile produrre una scannerizzazione 3D automatica del seno riducendo la dipendenza dell’operatore.

Benché l’ecografia mammaria sia stata utilizzata inizialmente con lo scopo di distinguere le lesioni solide da quelle liquide, si è sviluppato un interesse sempre crescente nell’utilizzare gli ultrasuoni per la caratterizzazione delle lesioni solide per identificare le immagini sospette da sottoporre a biopsia da quelle benigne da inviare al follow-up. Il processo di diagnosi diventa più difficile per le donne con seno denso, che hanno un rischio maggiore (4-6 volte) di avere un tumore canceroso rispetto a donne con seno grasso o non denso.

Sistema Ecografico Automatizzato

Cos’è la tecnologia ABUS e quali sono le principali applicazioni

Sebbene la densità del seno sia un fattore di rischio indipendente per il cancro al seno, il suo effetto di “mascheramento o oscuramento” sulle mammografie ostacola l’individuazione del cancro.

L’ esame ecografico viene comunemente eseguito come complemento alla mammografia nello screening di donne asintomatiche con seno denso, rilevando ulteriori lesioni tumorali in fase iniziale o invasive. In particolare, l’ecografia portatile (HHUS) è obbligatoria per confermare il risultato e per guidare la biopsia della lesione sospetta quando si evidenzia un’anomalia sulla mammografia digitale. Tuttavia, come qualsiasi altro metodo diagnostico, l’ecografia presenta problemi legati alla sua sensibilità e specificità. La sua implementazione più ampia è anche limitata dal tipo di dispositivo impiegato e dal fatto che dipende dall’abilità dell’operatore [5], pertanto manca di standardizzazione e riproducibilità e richiede notevole tempo medico per l’acquisizione.

La crescente preoccupazione di medici e pazienti per l’aumento del rischio di cancro al seno correlato all’elevata densità del seno, combinata con i limiti della mammografia nei seni densi, ha portato allo sviluppo di ulteriori strumenti di screening, tra cui l’ ecografia mammaria automatizzata ABUS.

La tecnica ABUS è un metodo dedicato che esegue, in modo automatizzato e standardizzato, la scansione del seno con un trasduttore ad alta frequenza a curva inversa con un campo visivo che è almeno di tre volte più grande di un trasduttore a ultrasuoni convenzionale. Ciò fornisce una rappresentazione tridimensionale del tessuto mammario e consente la riformattazione dell’immagine su tre piani.

In ABUS l’acquisizione delle immagini viene eseguita, con un’eccellente risoluzione e un piano coronale aggiuntivo, da tecnici di radiologia, il che consente ai medici di dedicare il loro tempo all’interpretazione delle immagini e consente di implementare il metodo su larga scala. Il piano coronale generato è stato suggerito per migliorare l’accuratezza diagnostica.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno valutato il suo utilizzo non solo nel contesto di screening, ma anche in ambiente diagnostico : hanno mostrato la sua idoneità per la stadiazione del cancro al seno, la valutazione della risposta tumorale alla chemioterapia neoadiuvante e il second-look ecografico dopo risonanza magnetica. Vari studi hanno dimostrato che l’utilizzo del sistema ABUS, abbinato alla mammografia, aumenta l’accuratezza nella diagnosi dei tumori al seno.

Il sistema ABUS è dotato di avanzati algoritmi di imaging intelligenti con ottimizzazione dell’immagine che includono: equalizzazione dei tessuti, compensazione dell’ombra del capezzolo, rilevamento del bordo del seno e rilevamento della parete toracica. Tutti questi algoritmi servono a minimizzare il più possibile gli artefatti in modo che il medico responsabile possa concentrarsi sull’essenziale: l’anatomia.

Lo screening con ABUS supplementare alla mammografia ha permesso un aumento relativo del 37% nel rilevamento del cancro in generale rispetto alla sola mammografia e un aumento relativo dell’identificazione dei tumori al seno invasivi nel tessuto mammario denso del 55%.

Gli studi clinici hanno confermato la stadiazione accurata, economica e non invasiva dei tumori al seno prima dell’intervento chirurgico grazie all’acquisizione del piano coronale che rappresenta una visione intera e completa del tessuto mammario. Questa prospettiva globale mostra chiaramente distorsioni architettoniche e malattie multifocali.

Poiché sul piano coronale la mammella è vista come sul tavolo operatorio, questo piano è noto come piano chirurgico. Questa vista migliora la valutazione dei bordi delle lesioni.

Grazie a questo vantaggio, ABUS può essere utilizzato come strumento alternativo nello screening delle donne con seno denso per migliorare il flusso di lavoro. Infatti, ABUS sembra adatto a sostituire HHUS nelle donne richiamate per un risultato sospetto sulla mammografia di screening.

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